Buoni fruttiferi postali: pazzesco, ecco quanto possono valere oggi

Mai davvero passati di moda, i Buoni fruttiferi postali esistono da svariate generazioni e quelli più vecchi o addirittura antichi possono essere doppiamente interessanti, sia come elementi da collezione, in quanto avevano fino a non troppo tempo fa una forma solamente fisica, ma anche costituire un elemento di valore economico da sfruttare.

Il loro scopo fin dal principio è stato quello di ottenere una forma di guadagno progressivo, generato anno per anno, in modo stabile fino alla scadenza del buono stesso, eppure fin da inizio Novecento il funzionamento del buono fruttifero postale (sicuramente la forma più diffusa ed accessibile presso la cittadinanza italiana) può valere oggi tantissimi soldi.

Cos’è il buono?

Come detto, il Buono Fruttifero applicato al contesto postale ha permesso addirittura dalla fine dell’Ottocento di legare ad una somma a nostra scelta un titolo di stato di questo tipo, garantito dallo Stato Italiano che fa quindi da garanzia vera e propria, attraverso la Cassa depositi e Prestiti, e se oggi sono molto differenziati, un tempo esisteva un solo tipo di Buono Postale.

Un tempo inoltre era un mezzo a dir poco remunerativo per ottenere un guadagno vero e proprio, anche perchè fino al 1987 non venivano applicati alcun tipo di introiti fiscali sulle somme guadagnate (che oggi avviene comunque solo parzialmente). Questo ha permesso di dedicare ad esempio cifre non elevatissime e farle quindi “maturare”.

Valore del buono postale antico

Quanto possono valere oggi i buoni fruttiferi postali? Scoprirlo è facile attraverso il sito della Cassa depositi e prestiti che anche in prospettiva virtuale, inserendo le informazioni sul tipo di buono, l’importo associato e tutto il resto. Va ricordato che qualsiasi buono è effettivo fino alla scadenza, oltre il quale però smette di generare interessi.

  • In alcuni casi però per i buoni particolarmente vecchi può scattare una rivalutazione legata al rimborso
  • Ad esempio per i buoni che hanno almeno mezzo secolo se sono rinvenuti dai titolari o dai loro eredi è possibile ottenere una forma di rimborso

Il buono in questione deve essere effettivamente riconosciuto come tale, e può essere riscattato in questo modo entro 10 anni dal ritrovamento del buono stesso, non necessariamente infatti la scadenza implica la validità del rimborso. Vanno rispettati diversi requisiti in merito al ritrovamento, ad esempio bisogna dimostrare di essere in possesso di tale buono da abbastanza tempo.

Ed in alcuni casi buoni da 500 o 1000 lire risalenti a periodi antecedenti alla guerra hanno avuto un valore rivalutato di somme superiori anche a 20 mila euro, nel caso del singolo buono. Non sempre le Poste Italiane considerano lecito un rimborso, per lo stesso motivo può essere necessario l’intervento di un legale o una figura simile a supporto.

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